Recensione: Tutta la vita che resta di Roberta Recchia


 ~ 𝙏𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤: Tutta la vita che resta
~ 𝘼𝙪𝙩𝙧𝙞𝙘𝙚: Roberta Recchia
~ 𝙀𝙙𝙞𝙩𝙤𝙧𝙚: Rizzoli
~ 𝙂𝙚𝙣𝙚𝙧𝙚: Narrativa
~ 𝘼𝙣𝙣𝙤 𝙥𝙪𝙗𝙗𝙡𝙞𝙘𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚: 2024
~ 𝙋𝙖𝙜𝙞𝙣𝙚: 400
~ 𝙇𝙞𝙗𝙧𝙤 𝙞𝙣 𝙪𝙣𝙖 𝙥𝙖𝙧𝙤𝙡𝙖: Vero

Uno strappo che sembrava impossibile da ricucire, una famiglia che nel corso degli anni ritrova la strada nella forza dei legami. Come Marisa e Stelvio Ansaldo, che nella Roma degli anni Cinquanta si innamorano nella bottega del sor Ettore, il padre di lei.

La loro è una di quelle famiglie dei film d’amore in bianco e nero, fino a quando, anni dopo, l’adorata figlia sedicenne Betta – bellissima e intraprendente – viene uccisa sul litorale laziale, e tutti perdono il proprio centro. Quell’affetto e quella complicità reciproca non ci sono più, solo la pena per la figlia persa per sempre.

Nessuno sa, però, che insieme a Betta sulla spiaggia c’era sua cugina Miriam, al contrario timida e introversa, anche lei vittima di un’indicibile violenza. Sullo sfondo di un’indagine rallentata da omissioni e pregiudizi verso un’adolescente che affrontava la vita con tutta l’esuberanza della sua età, Marisa e Miriam devono confrontarsi con il peso quotidiano della propria tragedia.

Il segreto di quella notte diventa un macigno per Miriam fin quando – ormai al limite – l’incontro con Leo, un giovane di borgata, porta una luce inaspettata: l’inizio di un amore che fa breccia dove nessuno ha osato guardare.

Ciao patati 💜 ecco la recensione di questo libro potente, struggente, doloroso e, sfortunatamente, vero per le tematiche trattate e, fin troppo, attuali come la violenza sessuale e non, femminicidi, l'uso di droghe e di farmaci, di bullismo, il suicidio ma anche il profondo amore di due genitori e il coraggio di un ragazzo.

È la storia di Marisa e Ansaldo due ragazzi che si frequenteranno quasi forzatamente per poi sfociare in un amore bello e puro. Vivranno felicemente con i due figli Ettore e Elisabetta. Almeno fino a quella terribile notte, dell'11 agosto, con la violenza e l'omicidio di Betta che stravolgerà, per sempre, le loro vite e quella di sua cugina, Miriam, che era presente e che, anche lei, ha subìto quella brutalità di bestie più che persone.

In questo libro, infatti, le protagoniste sono proprio le donne, con le loro sofferenze, sensi di colpa, indifferenza e convinzioni, anche sbagliate. Affronta l'immenso dolore di una madre, Marisa, per la perdita di una figlia, Betta, e incapace di andare avanti con la propria vita; una voragine nell'anima di una giovane ragazza, Miriam, non solo per la violenza subìta e la morte di sua cugina, ma per il senso di colpa di essere sopravvissuta, che, purtroppo, trova attorno a sé, solo adulti incapaci di capirla, di guardare oltre le apparenze e nel cambiamento dei suoi comportamenti e dei suoi gesti, che la porterà a toccare il fondo.

Una nonna, Letizia, incapace di provare empatia verso le sue donne di casa, criticando Betta per il suo essere schietta, solare, vivace e la sua voglia di vivere; Marisa, per non aver saputo educare né Betta né Ettore, i suoi figli: Betta per la libertà che le ha permesso ed Ettore per essere omosessuale;

«Se se ne fosse stata a casa sua, come una ragazza perbene, sarebbe ancora viva»

Tenendo nascosto un terribile segreto per paura della reputazione rovinata.

«Abbiamo il dovere di proteggerla» ribatté secca.
«Proteggerla da che?»
«Dalle chiacchiere!» sbottò Letizia
(Letizia con il maresciallo Nardulli)

Come se la reputazione fosse più importante della sanità mentale e fisica di qualcuno...

E poi c'è Emma, madre di Miriam, che non si interessa minimamente della vita di sua figlia.

Seguiremo le indagini per l'omicidio di Betta che, inizialmente, sembrano non portare da nessuna parte. Considerato anche le critiche a Betta come poco di buono dei ragazzi che frequentava, la classica scusa che si usa, in certi casi, quando si vogliono giustificare le violenze perché "la ragazza era vestita succinta" (quante volte abbiamo sentito commenti simili?) o aveva atteggiamenti civettuoli 🤦🏻‍♀️

LA VIOLENZA NON È MAI GIUSTIFICATA!

Anche il maresciallo che farà simili insinuazioni, come se non bastasse, davanti a Stelvio, un padre distrutto dalla perdita dell'amata figlia, che capisce dove vuole andare a parare:

«Senta, ma qui stiamo decidendo se mia figlia era una sprovveduta o stiamo cercando 'sti maledetti?»

Fortunatamente, un ragazzo coraggioso e innamorato, Leo, riuscirà ad andare più affondo nella questione, scoprendo verità che, probabilmente, non sarebbero mai venute a galla, per il menefreghismo di chi dovrebbe occuparsene.

Corallina (Pietro) è un personaggio queer dolcissimo che ha sofferto tanto per il bullismo che subiva per la sua sessualità ed avrà un ruolo molto importante nella vita di Miriam e in tutta la faccenda.

In questo libro, la storia viene considerata da un Prima e un Dopo, successivamente alla morte di Betta. Già accennato nella recensione di "The Extraordinaries" di TJ Klune, dove, anche qui, c'è questa dolorosa divisione, in cui, la vita cambia in modo irreversibile.

"Non l'aveva mai guardata neanche quando le aveva posato gli occhi addosso. Come un cieco, le stava davanti senza vedere. O meglio, senza volerla vedere."

"Betta era morta, proprio lei che era stata la più viva tra tutti loro."

"Chi le stava accanto non percepiva che un'assenza minima del pensiero, un momentaneo disinteresse. Lei invece lottava per non soccombere ai suoi demoni, ogni volta."

"Era come nuotare disperatamente verso la terraferma per accorgersi che il fondale si faceva più profondo, mentre la stanchezza annientava le braccia, tagliava le gambe, toglieva il fiato. Era rimasta aggrappata a quello spettro di vita e ora non ne comprendeva più la ragione."

"La violenza vissuta sulla sua pelle a lui non l'aveva mai confidata. L'aveva protetto come poteva da quel dispiacere, con il silenzio. Quel dolore era rimasto solo suo."

"Quel contatto lo emozionava, era un'intimità che sfidava lo spazio, il tempo eppure tutto quello che girava intorno, in quella via dove scorreva il mondo."

"Fino a quel momento lui la durezza della vita non l'aveva conosciuta fino in fondo. Non aveva mai sentito il peso del dolore che ti curva le spalle, tanto sembra insostenibile."

"C'era l'anima di una creatura violata, umiliata e calpestata che sfugge all'orrore di quello che è stato. E all'orrore verso se stessa."

"Aveva appena abbattuto un muro e scoperto che, al di là, c'era una voragine."

"Si concedeva l'illusione di lenire il freddo dell'anima con il calore del vino, perché diversamente da lei non poteva dire al mondo che era troppo debole per sopportarlo, quel dolore. Doveva puntellarsi così, con quella bottiglia che era come una gruccia, e restare su per lei, per non lasciare che andassero a fondo entrambi."

"Neppure l'orrore che aveva attraversato era stato capace di cancellare la sua vera essenza. Stava lì, nascosta da qualche parte. Era necessario scavare, accettarsi con le proprie ferite, anche le più inguaribili, poi ricostruirsi e trovare la forza di guardare avanti."

"Era affamato d'amore anche perché, per qualche ragione, era convinto di non meritarselo, di non esserne mai all'altezza."