Recensione: L'età dell'innocenza di Edith Wharton

~ 𝙏𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤: L'età dell'innocenza
~ 𝘼𝙪𝙩𝙧𝙞𝙘𝙚: Edith Wharton
~ 𝙏𝙧𝙖𝙙𝙪𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙙𝙞: Alessandro Ceni
~ 𝙀𝙙𝙞𝙩𝙤𝙧𝙚: Rizzoli
~ 𝙂𝙚𝙣𝙚𝙧𝙚: Rosa, Storico
~ 𝘼𝙣𝙣𝙤 𝙥𝙪𝙗𝙗𝙡𝙞𝙘𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚: 1920
~ 𝙋𝙖𝙜𝙞𝙣𝙚: 323
~ 𝙇𝙞𝙗𝙧𝙤 𝙞𝙣 𝙪𝙣𝙖 𝙥𝙖𝙧𝙤𝙡𝙖: Mah

Nel ricco mondo dell’alta società newyorkese di fine Ottocento Archer conosce Ellen, moglie separata di un corrotto conte polacco. Ellen ha una personalità troppo schietta e sensibile per poter essere accettata in una società estremamente formale ma Archer, già fidanzato con la cugina di Ellen, May, se ne innamora profondamente. Allo stesso tempo però non vuole e non può sottrarsi ai suoi impegni con May.

La storia di un amore distrutto dalle regole di una società ipocrita, dalle sue rigide convenzioni e dai pettegolezzi spietati; la storia di una donna che per amore sarebbe andata contro tutto e tutti, e di un uomo che a quel mondo falso non ha saputo sottrarsi. Un romanzo sulla libertà e su un amore che è soprattutto rimpianto, che non ha mai esaurito il suo potere sovversivo.

Ciao patati 💜 eccoci qua a sparlare di questo libro della mia UNPOPULAR OPINION (probabilmente?), spero di non far venire un infarto a qualcuno che ne capisce più di me.

Siamo nella ricca società di New York nel fine Ottocento. Newland Archer è un giovane avvocato, fidanzato con May Welland. Ha sempre vissuto nell'ipocrisia dell'alta società, conoscendo la libertà di pensiero soltanto quando incontra Ellen Olenska, moglie separata di un Conte Polacco e cugina di May. Lui si innamora di lei, nonostante tutto, dando il via ad una caccia continua di scuse e pretesti per vederla. Un amore che però sfocerà solo in rimpianto.

Inizio col dire che non voglio passare per una esperta letteraria essendo un classico, appunto, della letteratura, non ne ho la facoltà, ma non mi risparmierò per questo.

Quello che mi è subito balzato all'occhio è che mi è sembrato una sorta di "Il piacere" di Gabriele D'Annunzio (da Wikipedia) ma fatto male.

Sempre le stesse scene che si ripetono ogni volta: lui che deve andare a prenderla a destra e sinistra; lui che deve accompagnarla di qua e di là, perché, ovviamente, nessun altro può andarci, poiché tutti impegnati; e tutti i vari viaggi che fa per seguirla.. ma basta! Dopo la terza volta diventa monotono, noioso e stressante.

Personaggi piatti che non fanno altro che lamentarsi 👇

"Su quanto amaramente ingiusta è stata la vostra vita."

Potterhead cit.

Archer, personaggio super falso che disprezza la società in cui vive per la monotonia delle persone e delle abitudini, l'importanza che danno alla reputazione, e poi, lui stesso, si comporta da ipocrita sposando una donna che non ama, soltanto per salvaguardare le apparenze, la reputazione definendolo "dovere ineluttabile", per poi ammorbarci per tutto il romanzo di pensieri su di Ellen, delle scuse che trova per vederla e dei finti viaggi di affari solo per seguire lei.. e che palle! Ha superato il limite quando è, addirittura, arrivanto a pensare di voler essere VEDOVO così LIBERO.. ma avevi l'opportunità di vivere la vita che volevi ma hai scelto di essere un FALSO! Ma che razza di persona sei per arrivare a pensare cose del genere?

👉 Ma poi perché c'è sempre questa figura dell'uomo sottone verso l'amante e mai alla moglie? Va bene il fascino del proibito ma qualche eccezione, ogni tanto, no eh?
Ma poi perché deve essere un sottone? Dov'è l'amor proprio e la dignità di queste persone? (Ok, andiamo avanti, sto divagando) 👈

Ellen, che donna è che rifiuta, per modo di dire, i vari tentativi di lui di scappare insieme ma di accettarlo poi, in un certo senso, quando scopre che la cugina - moglie di Archer - è incinta.. già fa abbastanza pena pensare a una cosa simile nei confronti di un'estranea, ma di tua cugina è ancora peggio. Per questo non capisco proprio come faccia ad essere descritta come "un grande personaggio femminile positivo" quando poteva benissimo accettare, semplicemente, la dichiarazione di lui, prima del suo matrimonio, risparmiando alla cugina di vivere con un uomo che non la ama e non la rispetta perché ama lei. E non diamo troppo la colpa alla società perché entrambi erano stanchi della falsità di essa e lei aveva già la reputazione rovinata da "poco di buono" ma almeno sarebbero stati felici senza tutta questa sceneggiata e il dolore provocato, comunque, il finale ha confermato il mio giudizio iniziale, che avevo di lei, dall'inizio del romanzo, ovvero: è una persona penosa e insoddisfatta che cerca per tutta la storia di rovinare la vita di sua cugina, prendendosi il marito, per poi "chiudergli gli scuri" in faccia, quando finalmente liberi, entrambi, di poter stare insieme.

May, la vera donna intelligente del romanzo, peccato, però, per le scelte che ha compiuto. Poteva trovare un uomo migliore che avrebbe amato solo e soltanto lei, invece di soffrire e accontentarsi di vivere costantemente all'ombra di sua cugina.

Le varie persone che sparlano continuamente, nel bene e nel male, di Ellen che, puntualmente, fanno "avvampare" il nostro protagonista (verbo più usato in questo libro, praticamente ogni due righe), come se esistesse solo lei.

MA, stranamente, non si parla mai delle volte che vengono beccati da soli 🤔 come mai? Una notizia così succulenta...

Comunque, per concludere questa recensione, che potrebbe far irritare qualcuno o essere ignorata da altri, per me, questo libro è un GIGANTESCO NO in tutti i sensi, dalla trama ai personaggi.

Mi dispiace essere stata così dura, ma non sopporto proprio, quando libri tanto famosi, si rivelano così deludenti nonostante la reputazione.

Vi lascio comunque qualche citazione 👇 fatemi sapere che ne pensate 💜

"La solitudine vera è vivere in mezzo a tutte queste persone gentili che ti chiedono soltanto di fingere!"

"Con un brivido di presentimento vide il suo matrimonio divenire come la maggioranza degli altri del suo ambiente: una torpida associazione di interessi materiali e sociale tenuta assieme dall'ignoranza dell'una e dall'ipocrisia dell'altro."

"L'essere sicuri così a priori di ottenere una cosa, potrà mai far battere il cuore altrettanto selvaggiamente?"

"In realtà tutti quanti loro vivevano in una specie di mondo geroglifico, dove le cose vere non si dicevano, non si facevano e nemmeno si pensavano mai, ma venivano rappresentante con una serie di segni arbitrari."