Recensione: Un uomo solo di Christopher Ishewood

~ 𝙏𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤: Un uomo solo
~ 𝘼𝙪𝙩𝙤𝙧𝙚: Christopher Ishewood
~ 𝙏𝙧𝙖𝙙𝙪𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙙𝙞: Dario Villa
~ 𝙀𝙙𝙞𝙩𝙤𝙧𝙚: Adelphi
~ 𝙂𝙚𝙣𝙚𝙧𝙚: Dramma, Storico, LGBT
~ 𝘼𝙣𝙣𝙤 𝙥𝙪𝙗𝙗𝙡𝙞𝙘𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚: 1964
~ 𝙋𝙖𝙜𝙞𝙣𝙚: 148

Isherwood trasforma una giornata nella vita di George, un professore inglese non più giovane che vive in California, in un’asciutta, e proprio per questo struggente, sequenza di scatti.

Non è una giornata particolare per George: solo altre ventiquattr’ore senza Jim, il suo compagno morto in un incidente. Ventiquattr’ore fra il sospetto dei vicini, la consolante vicinanza di Charlotte, la rabbia contro i libri letti per una vita ma ormai inutili, e il desiderio di un corpo giovane appena intravisto ma che forse è già troppo tardi per toccare.

Quanto basta per comporre un ritratto che non si può dimenticare, e che alla sua uscita sorprese tutti, suonando troppo vero per non essere scandaloso.

Ciao a tutti, patati 💜

Come da titolo George è un uomo solo. È stato davvero molto triste seguire una delle tante giornate che ha avuto negli ultimi otto mesi, dopo la scomparsa del suo compagno Jim, nonché l'ultima, 24 ore di realtà, pensieri e ricordi. Un amore, il loro, tanto intenso quanto sofferente dopo la sua scomparsa improvvisa da lasciarlo ormai solo con il vuoto dentro. Una vita in cui va avanti soltanto per inerzia comportandosi esattamente come "dovrebbe essere George":

"Con l'abilità di un veterano, si spalma rapidamente il make-up psicologico adatto al ruolo che deve intraprendere."

Un uomo solo anche in mezzo a molte persone, conosciamo infatti i vicini di casa, gli amici, i suoi studenti - uno in particolare -, Charlotte, un'amica di entrambi, ma, nonostante questo George è solo. Neanche più i tanti libri che ha letto e che continua a leggere possono dargli conforto.

Parla anche di cambiamento. Essendo lui un amante della pace e tranquillità, oltre che della sensazione da brivido dell'avventura nel cuore della natura selvaggia, era solito salire su una bassa montagna situata vicino alla sua città ma, in questo giorno si accorge che non è più come un tempo a causa della presenza di più macchine e delle nuove costruzioni che stanno divorando sempre più natura che ce la descrive così, che non è neanche tanto lontano da ciò che sta accadendo sempre di più:

"La città morirà lo stesso. Non serviranno missili, o un'altra glaciazione, o un violento terremoto che la sprofondi nel Pacifico. Morirà per eccesso di estensione. Morirà perché si sono inaridite le sue radici - l'orgoglio e l'avidità che sono stati la sua unica forza. E il deserto, condizione naturale di questa terra, riprenderà il sopravvento."

Inutile dire che mi sono venuti i brividi soltanto leggendo questo pezzo...

In generale, è proprio il suo stile di scrittura ad essere, oltre di una scorrevolezza unica, anche molto incisiva, evocativa e capace di un'intensa introspezione attraverso l'utilizzo di frasi cariche di significato e molto malinconiche che fanno riflettere su più argomenti, quella che mi ha colpita maggiormente è questa:

"Continua a fissarsi nello specchio, vede parecchi volti dentro il suo - il volto del bambino, del ragazzo, del giovane uomo, dell'uomo un po' meno giovane - ancora tutti presenti, conservati come fossili su strati di roccia, e, come fossili, morti."

Se non ho versato tutte le mie lacrime per questo libro è solo perché, purtroppo, mi sono successe alcune cose spiacevoli in questi ultimi giorni. Mi sarebbe solo piaciuto leggerlo con le giuste emozioni da gustarlo meglio, ma anche così si capisce quando sia profondo questo libro nonostante le poche pagine. Sicuramente leggerò altro di questo autore perché mi ha completamente rapita.

"Lo specchio, più che un volto, riflette l'espressione di una difficoltà. Ecco cosa mi sono fatto, ecco il pasticcio che dio sa come ho combinato negli ultimi cinquantotto anni."

"L'individuo che stiamo osservando lotterà senza tregua fino al crollo. E non per eroismo. Perché non sa immaginarsi un'alternativa."

"La nudità va coperta. Deve vestirsi perché sta per uscire, per andare nel mondo degli altri; e gli altri devono poterlo riconoscere. Bisogna che la sua condotta, ai loro occhi, sia accettabile."

"È una casa piccola, concepita stretta. Spesso si sente protetto da questa piccolezza; non c'è abbastanza spazio per sentirsi soli."

"Con l'abilità di un veterano, si spalma rapidamente il make-up psicologico adatto al ruolo che deve interpretare."

"Dire che il tempo è male perché il male si trova nel tempo equivale a dire che l'oceano è un pesce perché il pesce si trova nell'oceano."

"Ci sono cose che non sai di sapere, finché qualcuno non te le chiede."

"I libri non hanno reso George né più nobile, né migliore, né più saggio. Ma gli piace ascoltarne le voci, una o l'altra secondo l'umore. Nonostante il rispetto con cui ne parla in pubblico, in privato ne fa un uso improprio, del tutto spietato. Li usa per prender sonno, per non sentire le lancette dell'orologio, per mitigare il tormento degli spasimi, per distrarsi dalla malinconia..."

"La loro bellezza è come quella delle piante, immune da vanità, ansia e sforzo."

"Quello che gelava il sangue era la paura dell'annientamento. Ora ci portiamo dentro una paura ben più terribile, la paura di sopravvivere."

"Si lava, si rade, si pettina senza opporre resistenza; perché accetta le proprie responsabilità verso gli altri. Si sente quasi felice di avere un posto tra loro. Sa cosa ci si aspetta da lui. Sa anche il proprio nome. Si chiama George. Intanto si è vestito: è diventato lui. George, più o meno, anche se non ancora il George che gli altri pretendono e sono disposti a riconoscere."

"Il tempo per lei deve essere diventato uno stranissimo labirinto di specchi, e i labirinti possono trasformarsi in ogni momento da divertenti in spaventosi."

"«Il senso di colpa non è una ragione per restare, o per andare» le dice, fermo ma gentile. «Il punto è: vuoi andare? Se lo vuoi, vai. Senza pensare agli altri.»"

"I passato è finito. Cercano tutti di convincersi che non è vero, ti portano a vedere i musei. Ma questo non è il passato. E tu il passato non lo ritroverai, né in Inghilterra né altrove."

"Non posso parlare per gli altri, ma per quel che mi riguarda nulla mi ha fatto diventare saggio. Certo, siccome alcune cose mi sono già capitate, quando si ripresentano mi dico: ci risiamo. Ma non mi pare di nessun aiuto. Secondo me, io semmai sono diventato più stupido, anzi divento sempre più stupido: è un fatto.»"