Recensione: Siddhartha di Hermann Hesse

~ π™π™žπ™©π™€π™‘π™€: Siddhartha
~ 𝘼π™ͺπ™©π™€π™§π™š: Hermann Hesse
~ 𝙏𝙧𝙖𝙙π™ͺπ™―π™žπ™€π™£π™š π™™π™ž: Massimo Mila
~ π™€π™™π™žπ™©π™€π™§π™š: Adelphi
~ π™‚π™šπ™£π™šπ™§π™š: SpiritualitΓ 
~ π˜Όπ™£π™£π™€ π™₯π™ͺπ™—π™—π™‘π™žπ™˜π™–π™―π™žπ™€π™£π™š: 1922
~ π™‹π™–π™œπ™žπ™£π™š: 180

Chi è Siddhartha? È uno che cerca, e cerca soprattutto di vivere intera la propria vita. Passa di esperienza in esperienza, dal misticismo alla sensualità, dalla meditazione filosofica alla vita degli affari, e non si ferma presso nessun maestro, non considera definitiva nessuna acquisizione, perché ciò che va cercato è il tutto, il misterioso tutto che si veste di mille volti cangianti.

E alla fine quel tutto, la ruota delle apparenze, rifluirΓ  dietro il perfetto sorriso di Siddhartha, che ripete il "costante, tranquillo, fine, impenetrabile, forse benigno, forse schernevole, saggio, multirugoso sorriso di Gotama, il Buddha, quale egli stesso l'aveva visto centinaia di volte con venerazione".

Siddhartha Γ¨ senz'altro l'opera di Hesse piΓΉ universalmente nota. Questo breve romanzo di ambiente indiano, pubblicato per la prima volta nel 1922, ha avuto infatti in questi ultimi anni una strepitosa fortuna. Prima in America, poi in ogni parte del mondo, i giovani lo hanno riscoperto come un loro testo, dove non trovavano solo un grande scrittore moderno ma un sottile e delicato saggio, capace di dare, attraverso questa parabola romanzesca, un insegnamento sulla vita che evidentemente i suoi lettori non incontravano altrove.

Ciao patati πŸ’œ inizio questa recensione dicendo che non mi Γ¨ dispiaciuto ma non mi ha fatto nemmeno impazzire.

Conosciamo Siddhartha che giΓ  dal principio ha delle tendenze spirituali nel riconoscere il proprio "Io" e le cose essenziali della vita, attraverso varie esperienze, iniziata con un maestro sciamano, del quale perΓ² non ne Γ¨ soddisfatto. Con la comparsa del famoso Buddha, egli lascerΓ  gli sciamani per recarsi nel luogo dove si trova lui, insieme al suo amico Gotama. Ma neanche Buddha riuscirΓ  a soddisfare la sua sete di sapere, capendo che solo se stesso potrΓ  farlo. DiventerΓ , infatti, l'amante di una cortigiana, Kamala, e un mercante. Queste esperienze lo porteranno a conoscere e ad essere affetto da vizi che egli tanto disprezzava.

Da come era iniziato non pensavo che fosse spiccicato a Narciso e Boccadoro, che ho letto prima di questo, ma che è stato scritto successivamente (1933). La storia è, praticamente, la stessa con Siddhartha al posto di Boccadoro e Gotama al posto di Narciso con la differenza che, in questo caso, c'è il buddismo e il finale è il contrario rispetto all'altro ma molto meno coinvolgente e più pieno di infiniti monologhi filosofici e ripetitivi che mi hanno annoiata. Verso la fine, infatti, quando ha riattaccato con la solita solfa, volevo chiuderlo e lasciarlo lì.

Ho notato, inoltre, che i personaggi maschili di questo autore, siano sempre dei "santi pensatori" ingenui e facilmente volubili e condizionabili, mentre le donne siano "la cattiva strada" per loro (vedi ragazza in riva al fiume). Mi ha infastidita non poco, in questo volume, maggiormente.

Ma poi il finale 🀣 surreale e che mi ha fatto anche un po' ridere. In compenso ho apprezzato le descrizioni filosofiche e fantasiose degli amplessi con Kamala.. πŸ˜‚

Mi dispiace di non averlo saputo apprezzare.

Non Γ¨ il primo libro di questo genere che leggo, mi piacciono molto quelli di Gianluca Gotto (Succede sempre qualcosa di meraviglioso) che mi hanno anche aiutata in un periodo buio della mia vita.

Non lo consiglio a chi non piace questo genere perchΓ© vi annoierete tantissimo.

"Ma anche lui, che tanto sapeva, viveva forse nella beatitudine, possedeva la pace, non era anche lui soltanto un uomo che cerca, un assetato?"

"E ritornò ogni ora, in silenzio, guardò nella camera, vide quel ragazzo in piedi, immobile, ed il suo cuore si riempì di collera, il suo cuore si riempì di disagio, il suo cuore si riempì d'incertezza, il suo cuore si riempì di compassione."

"Tutto simulava significato e felicitΓ  e bellezza, e tutto era inconfessata putrefazione. Amaro era il sapore del mondo."

"Mille volte Siddhartha poteva sfuggire dal suo Io, indugiare nel nulla, trattenersi in una bestia, nella pietra; inevitabile era il ritorno, inesorabile l'ora in cui egli - splendesse il sole oppure la luna, sotto la pioggia o nell'ombra - ritrovava se stesso, ed era di nuovo l'Io-Siddhartha, e di nuovo provava il tormento di non poter sfuggire al ciclo dell'esistenza."

"Io soffro la sete, o Govinda, e su questa lunga via dei samana la mia sete non si Γ¨ per nulla placata. Sempre ho sofferto la sete del sapere, sempre sono stato pieno d'interrogativi."

"Essa Γ¨ venuta a te attraverso la tua ricerca, ti Γ¨ venuta incontro sulla tua stessa strada, attraverso il pensiero, la concentrazione, la conoscenza, l'illuminazione. Non ti Γ¨ venuta attraverso la dottrina!"

"M'ha derubato, pensava Siddhartha, m'ha derubato, eppure Γ¨ ben piΓΉ prezioso ciΓ² che egli mi ha donato."

"Che io non sappia nulla di me, che Siddhartha mi sia rimasto così estraneo e sconosciuto, questo dipende da una causa fondamentale, una sola: io avevo paura di me, ero in fuga da me stesso!"

"Egli rimase abbandonato come in cielo una stella solitaria, da questo momento di gelo e di sgomento Siddhartha emerse, piΓΉ di prima sicuro del proprio Io, vigorosamente raccolto."

"Amore si puΓ² mendicare, comprare, riceverlo in dono, si puΓ² trovarlo per caso sulla strada, ma non si puΓ² estorcere."

"Come un giocoliere con i suoi arnesi, così egli giocava con i propri affari e con gli uomini che lo circondavano, li osservava, ne traeva divertimento: ma con il cuore, con la fonte dell'essere suo egli non era presente a queste cose."

"La maggior parte degli uomini, Kamala, sono come una foglia cadente, che si libra e si rigira nell'aria e scende ondeggiando al suolo. Ma altri, pochi, sono come gli astri, che vanno per un loro corso preciso, e non c'Γ¨ vento che li tocchi, hanno in se stessi la loro legge e il loro cammino."

"Lentamente, come l'umiditΓ  penetra nel tronco dell'albero che muore, lo riempie a poco a poco e lo fa marcire, il mondo e la pigrizia erano penetrati nell'animo di Siddhartha."

"Il mondo l'aveva assorbito, il piacere, gli appetiti, la pigrizia, e infine anche quel vizio che egli aveva sempre disprezzato e deriso come il piΓΉ stolto di tutti: la cupidigia."

"Questo desiderio infantile aveva potuto crescere in lui: trovar la pace nella distruzione del proprio corpo!"

"Quest'acqua correva correva, sempre correva, eppure era sempre lì, era sempre e in ogni tempo la stessa, eppure in ogni istante un'altra!"

"Si ricordΓ² come tanto tempo innanzi, giovanetto, egli avesse costretto suo padre a lasciarlo andare fra i penitenti, come avesse preso congedo da lui."

"Mai un uomo, o un atto, Γ¨ tutto samsara o tutto nirvana, mai un uomo Γ¨ interamente santo o interamente peccatore."