Recensione: Lacci di Domenico Starnone

~ π™π™žπ™©π™€π™‘π™€: Lacci
~ 𝘼π™ͺπ™©π™€π™§π™š: Domenico Starnone
~ π™€π™™π™žπ™©π™€π™§π™š: Einaudi
~ π™‚π™šπ™£π™šπ™§π™š: Narrativa
~ π˜Όπ™£π™£π™€ π™₯π™ͺπ™—π™—π™‘π™žπ™˜π™–π™―π™žπ™€π™£π™š: 2014
~ π™‹π™–π™œπ™žπ™£π™š: 138

"Se tu te ne sei scordato, egregio signore, te lo ricordo io: sono tua moglie".
Si apre cosi la lettera che Vanda scrive al marito che se n'Γ¨ andato di casa, lasciandola in preda a una tempesta di rabbia impotente e domande che non trovano risposta.

Si sono sposati giovani all'inizio degli anni Sessanta, per desiderio di indipendenza, ma poi attorno a loro il mondo Γ¨ cambiato, e ritrovarsi a trent'anni con una famiglia a carico Γ¨ diventato un segno di arretratezza piΓΉ che di autonomia. PerciΓ² adesso lui se ne sta a Roma, innamorato della grazia lieve di una sconosciuta con cui i giorni sono sempre gioiosi, e lei a Napoli con i figli, a misurare l'estensione del silenzio e il crescere dell'estraneitΓ .

Che cosa siamo disposti a sacrificare, pur di non sentirci in trappola? E che cosa perdiamo, quando scegliamo di tornare sui nostri passi? PerchΓ© niente Γ¨ piΓΉ radicale dell'abbandono, ma niente Γ¨ piΓΉ tenace di quei lacci invisibili che legano le persone le une alle altre. E a volte basta un gesto minimo per far riaffiorare quello che abbiamo provato a mettere da parte.

Buon pomeriggio patati πŸ’œ nuova recensione per questo romanzo che Γ¨ un tripudio di emozioni. Vediamo un matrimonio sgretolarsi e tutte le sue conseguenze.

Ambientato fra Roma e Napoli, leggiamo le lettere che Vanda scrive a suo marito dopo che è, praticamente, fuggito di casa per l'amante. Il suo dolore e l'incapacità di capire il motivo del gesto di suo marito. Vediamo un Aldo molto appassionato di questa giovane donna, Lidia, che non credeva nemmeno possibile il fatto che potesse innamorarsene. Iniziata, infatti, come una scappatella, si rende conto, invece, di volerla sempre di più. Infinite sentiamo il dolore di due figli, Sandro e Anna che, apparentemente, non davano alcun tipo di segnale sul loro stato d'animo ma dentro erano distrutti da un dolore che non sapevano nemmeno loro di avere in una quantità così grande. Cresciuti con l'indifferenza di uno e la tirannia dell'altra e i loro continui litigi e costrizioni.

Una storia appassionante di amore, tradimento, bramosia, egoismo, bugie e indifferenza.

Si legge in qualche ora ma ti sembra di aver vissuto quattro vite e generazioni diverse. In queste 130 pagine circa, infatti, sono racchiuse le vite, i sentimenti, i dolori e le gioie di questi quattro protagonisti che hanno continuato a tirare avanti, per quanto possibile, in uno stato di quietezza e finzione.

La penna di Starnone Γ¨, a dir poco pazzesca. La storia Γ¨ divisa in tre parti: della moglie, del marito e della figlia. Tra la prima e le altre due c'Γ¨ un time skip di un bel po' di anni. Ma tutto questo non lascia niente al caso ed Γ¨ molto scorrevole.

Il finale mi ha lasciata di stucco ma, ripensandoci, neanche così tanto, perché c'era da aspettarsi che una storia del genere avrebbe avuto delle conseguenze.

Molto toccante la scena tra padre e figli, nel ristorante, dei lacci delle scarpe e del significato simbolico che gli viene attribuito πŸ’§

E indovinate? È presente un personaggio queer! Vi giuro che non me li cerco di proposito ma sono quasi sempre presenti, ci farò un post prima o poi 🀣

Mamma mia ragazzi, che gioiello che Γ¨ questo libro!

"Ci vedi come un ostacolo alla tua felicitΓ , ci senti come una trappola che soffoca la tua voglia di godimento, ci consideri come un residuo irrazionale e maligno. Tu ti sei detto fin dall'inizio: mi devo riprendere me stesso, anche se questo li ucciderΓ ."

"Io, a differenza di te non credo che le chiavi del paradiso terrestre siano andate perdute per colpa tua e che perciΓ² mi convenga attaccarmi a un altro meno sbadato. Io non vi sopprimo, io non nego, pur di liberare me stessa, la vostra esistenza."

"Rimpiangere il passato Γ¨ stupido, come Γ¨ stupido correre dietro a sempre nuovi inizi."

"Ogni volta che questo congegno si inceppa, ogni volta che le persone prendono le distanze e provano a crescere, tu le distruggi e passi oltre. Non stai mai fermo, hai sempre bisogno di essere al centro di qualcosa. Dici che Γ¨ perchΓ© vuoi essere uomo del tuo tempo."

"In realtΓ  sei un uomo passivo, assumi idee e parole dei libri che vanno per la maggiore e le metti in scena, sei del tutto soggetto alle convenzioni e alle mode imposte da chi conta sul serio, gente tra cui speri di inserirti presto. Non sei mai te stesso, quando mai lo sei stato, non sai nemmeno cosa significa. Tu stai solo attento a cogliere le occasioni quando e se si presentano."

"Non sarai mai quello che vuoi ma quello che capita."

"E avevano avuto ragione, mi ero fatto abbindolare facilmente. Evidentemente il mio sistema d'allarme doveva essersi logorato fino a disattivarsi."

"Cosa accade alle belle frasi che ci entrano nella testa, come ci muovono, come diventano prive di senso, o irriconoscibili o imbarazzanti o ridicole?"

"Stava cercando, con quella storia dei lacci la prova che non ero un signore qualsiasi cui bisognava attribuire il ruolo di padre, ma qualcosa in piΓΉ."